domenica 6 novembre 2011

Salotti Radical Chic

  Che bello entrare nelle case dei genitori dei tuoi amici, è il modo migliore per ficcanasare su di loro e scoprire mille nuovi pretesti per prenderli per il culo per sempre. La parte migliore della casa, quella che offre più spunti, è ovviamente il salotto. Se non altro troverete le foto, selezionate con cura tra le più imbarazzanti, dei vostri amici da piccoli. 
The Italian BB
  Ma la cosa che preferisco di più in assoluto è entrare nei salotti radical chic dei genitori post hippy che cercano di dimostrare con tutte le loro forze - con un simbolico ultimo numero dell'Espresso che troneggia sul tavolino basso tra le poltrone e il divano - che non si sono imborghesiti, che nonostante abbiano un lavoro, un conto in banca e tutto il resto contenuto nell'originalissimo monologo all'inizio di Trainspotting, loro sono ancora vivi e lottano insieme a noi contro il sistema.
  Detto ciò, non mi sento mica in una posizione di superiorità: so benissimo che anch'io un giorno sarò destinata ad un salotto del genere, con un bel marito barbuto o con dolcevita nero (che gli avrò comprato io) seduto su una poltrona, che fuma la pipa, che legge il Manifesto. Allora, nel salotto che vorrei ci piazzo subito un bel pianoforte, così ci diamo subito un'aria più a modino, e non si sa mai che i pupi non nutrano un talento nascosto per la musica! Per compensare antico e moderno ovviamente ecco che mi compro un bell'impianto stereo di ultima generazione, ma perché amo la musica, mica per soddisfare i miei vizi borghesi. Tutti i mobili devono essere rigorosamente in LEGNO, non made in Ikea, non siamo così dozzinali, bensì fabbricati da un falegname conosciuto nell'ultimo viaggio in Pakistan, o altrimenti, a celebrazione delle nostre radici proletarie (inventate), ce li fabbrichiamo noi, col sudore delle nostre ascelle.
  Voglio un tavolo lunghissimo (i salotti radical chic sono sempre ubicati in case antiche e sproporzionate, non quei ridicoli appartamentini di periferia tutti uguali, bu che schifo), dove servirò delle portate ricercate ai miei ospiti ricercatori, poi prenderemo il caffè e ci lamenteremo a lungo della situazione politica attuale, sottolineando come siamo arretrati rispetto al resto d'Europa. Mi toccherà ricominciare a fumare, farmi spuntare qualche capello bianco, e dire addio per sempre al reggiseno. Il marito barbuto forse non sarà molto contento, ma noi siamo per l'amore libero. In teoria. In pratica c'è il divorzio.
Attenzione: questo NON è l'esempio
del classico marito barbuto.

   Siccome non voglio imporre gli stessi dogmi a cui dovevo obbedire quando vivevo coi miei genitori, abolisco le gerarchie, magari mi faccio chiamare per nome, e fumo la maria in compagnia dei miei figli, che mi ringrazieranno di tutta questa autonomia, finché un giorno, diventati adulti, si accorgeranno di avere subito danni permanenti, e che forse tutta la libertà che ho loro concesso non serve a niente, perché non hanno avuto nessun pretesto per commettere cazzate, di conseguenza sono più immaturi che mai. Ma c'è sempre il pianoforte su cui possono sfogarsi!
  Ma ecco, per contro, quello che più invidio a queste case illuminate, che io possiedo solo in piccola parte: la caterva di libri che hanno. Che siano messi lì per bellezza o no, queste abitazioni brulicano di premi nobel, premi strega, premi nulla, poeti maledetti e benedetti, studi sull'esistenza, libri di fotografie del ventesimo secolo (no, scherzo, questo è un pacco). Insomma sono i salotti di genitori che a suo tempo si potevano permettere di fare l'università, ecco la differenza.

giovedì 3 novembre 2011

Поехали!

Нет победы без Юры.
  УРА!

  Sono riuscita a ottenere l'uso del vocabolario e la scelta della lingua (francese o russo) per il mio prossimo esame. Praticamente sarò un po' più avvantaggiata delle altre all'esame, che consiste nel fare una specie di temino su una caratteristica della storia russa. Loro infatti devono scrivere in una lingua - che non sia la loro. Non ho capito se il vocabolario lo possono usare o no. Che tra l'altro, mi viene in mente che c'è anche chi è bi lingua in quel gruppetto.
  Ad ogni modo, finalmente un sonoro colpo di culo! Sono venuta a sapere tutto ciò in classe, l'ho chiesto alla prof davanti a tutti, in modo assolutamente trasparente, tant'è che una ragazza, che eviterò di apostrofare, ha sbottato: "Non è giusto..."
  Dato che costei è una delle madrelingua, ho colto la palla al balzo per dirle: "Sì, ma io faccio il doppio del tuo lavoro". E incredibilmente mi hanno dato ragione!
  Mi sento come se avessi vinto una causa sociale, più diritti per gli studenti! YO!